domenica 24 luglio 2011

Oltre le mani



Come sempre tutti sanno ma nessuno parla, nessuno prende provvedimenti e il senso di essere presi per i fondelli è “palpabile”.
Erano anni che in Sardegna mi parlavano di grossi problemi al sistema di alimentazione nei motori a GPL, si diceva che quel carburante distribuito in Sardegna fosse “sporco”, conteneva sostanze che nel medio periodo danneggiavano  filtri e iniettori.
Oggi sappiamo che non solo è vero, ma addirittura la situazione è peggiorata e il carburante a quanto pare è ancora più sporco fino a bloccare la stragrande maggioranza di auto che utilizzano questo sistema di alimentazione, con costi esorbitanti per la riparazione, tanto da rendere nulla la convenienza economica nell’avere quel sistema di alimentazione.
Ma di chi è la colpa se si accertasse quello che sembra ovvio? È dei produttori del carburante, delle raffinerie, che in questo caso, guarda caso, corrisponde alla Saras, di nuovo la Saras, sempre la Saras, che è praticamente l’unica fornitrice di tutti i distributori sardi che erogano GPL.
Saras: una della più grandi ed importanti raffinerie d’Europa, un mostro inquinante senza uguali che fa suonare le sirene delle stazioni di controllo dell’aria in continuazione nella costa sud della Sardegna. È la società che inquina mare, terra ed aria e sottrae entrate economiche alla Sardegna spostando i suoi derivati e lavorati in altri depositi fiscali in Italia sottraendo fondi alla società sarda e destinandoli a quella italiana.
La Saras destina ¼ delle sue lavorazioni da petrolio al mercato sardo con pochissima spesa di trasporto.
Ci si aspetterebbe allora un prezzo di “favore” verso i sardi, ci si aspetterebbe un prodotto non dico di “eccellenza” ma almeno normale, oltre,  come detto sopra, una corretta applicazione delle leggi tributarie in materia doganale sulle accise che avrebbe portato correttamente in Sardegna qualcosa come 2,5 miliardi di euro all’anno, ma nulla di tutto questo, anzi, visto che i sardi si fanno “palpare” senza recriminare, allora, avranno pensato, tiriamogli giù le braghe.
E cosi hanno fatto, mandando in Italia il prodotto “buono” e lasciando in Sardegna quello di scarto, tanto loro, i sardi, non dicono nulla.
Cominciamo da qui, riuniamo tutti i sardi proprietari di auto  danneggiate dal GPL, cerchiamo un perito che certifichi la causa del danno e promuoviamo una class action contro i Moratti. Facciamogli capire che ora basta, ne siamo capaci?
Credo sia ora di far capire a questi signorotti che con i loro soldi possono comprarci tutti i giocattolini da campo di calcio che vogliono per sollazzare il loro ego,  tutti i lussi che vogliono, ma non la salute di un popolo e la sua dignità. O forse si?

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