I parte
di Giuliu Cherchi e Franciscu Sedda
Cosa unisce in Sardegna la crisi economica della
pastorizia con quella dell’autotrasporto, i panettieri con gli
imprenditori agricoli, l’insegnante con l’artigiano, la fuga all’estero
dei ricercatori sardi con l’emigrazione generica prepotentemente in
corso ancora oggi?
La situazione è ben nota. Le fabbriche sono ormai tutte chiuse, gli imprenditori sono in mano all’agenzia italiana delle riscossioni e privi di linee di credito accessibili,
le infrastrutture sono ferme da anni, i cittadini vedono in forte
caduta la propria qualità della vita e le casse della Sardegna sono
sempre più vuote.
La domanda è: cosa unisce tutto ciò? Perché si tratta di fenomeni tutti collegati,
anche se dalle cronache dei mass media questo non appare. Beh, ciò che
unisce tutto ciò non è la crisi mondiale, o non solo, e non è neppure
colpa dell’euro o delle fameliche banche d’affari o dei cinesi.
Se pure tutte queste cause fossero reali, noi sardi – tanto per
confermare di essere speciali – ci abbiamo aggiunto la nostra
inclinazione per il paradosso, per il non senso.
Figli smemorati di una terra a cui non diamo alcun valore, se non quello
meramente sentimentale, non riusciamo nemmeno a pensare che si possa
fare qualcosa e che ci possa essere sia una ragione sia una cura per il
nostro malessere esistenziale. Ci portiamo la nostra terra nel cuore e
nella mente, nel nostro pellegrinare in cerca di futuro intorno al
mondo, e questo sentimento non si traduce mai in una presa di coscienza di noi stessi,
in determinazione ad assumerci la responsabilità della nostra storia.
Questo crea terreno fertile per chiunque intenda, forte
dell’inconsapevolezza e dell’ignoranza dei più sui meccanismi che
regolano la nostra vita economica e sociale, speculare sulle nostre risorse e sulle nostre vite, arricchendosi e prosperando laddove noi vediamo solo povertà e depressione.
In queste sintetiche note proveremo ad analizzare e spiegare
la situazione delle risorse economiche della Sardegna e alcuni
meccanismi del mercato che generano incrementi di spesa e danni al
sistema sociale, presentando il tutto in forma di capitoli, ma con
l’avvertenza che si tratta di un sistema coerente in cui ogni elemento
influenza gli altri. Faremo un po’ di luce su alcune questioni tecniche,
a volte complesse, ma che è necessario affrontare per capire come
stiano realmente le cose e come ciò che sembra un destino avverso sia
invece un mix di incapacità, disinteresse, ignoranza e a volte semplice tornaconto
della classe politica sarda unionista e/o autonomista di sempre. Questo
fenomeno ha contribuito nei decenni a privarci delle difese culturali,
politiche, sociali ed economiche per affrontare la crisi presente, a
differenza di altre collettività, magari meno dotate di risorse ma
meglio fornite di capitale umano e politico.
Partiremo affrontando un problema centrale e decisivo: quello dell’approvvigionamento delle risorse finanziarie. Si parlerà di tasse e tributi, dunque.
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