domenica 20 febbraio 2011

La legge del Caronte



Angela Marino, passenger department manager della compagnia Grimaldi Lines, nel comunicare la ripresa delle tratte Italia/Sardegna rende noto pure che i prezzi saliranno in media del 10%, in linea con gli aumenti degli altri operatori, precisa.
Si dice convinta del fatto che un aumento del genere non penalizzerà troppo la destinazione e si augura contemporaneamente che anche gli hotel dell’isola operino anch’essi una revisione dei prezzi, ma al ribasso,  e giustifica il tutto - il suo rialzo e il ribasso altrui - con il fatto che la crisi in atto nell’Africa del nord e nell’Asia meridionale sia forte “consigliera” ai vacanzieri per preferire la già preferita Isola, quindi il traffico aumenterà sicuramente, la sua compagnia genererà più profitti e gli imprenditori sardi devono accontentarsi della "quantità".

Un consiglio di cui si farebbe tranquillamente a meno  se consideriamo l’incongruenza tra la politica economica aziendale che vuole adottare e quella che propone per gli imprenditori sardi. 

Grimaldi Lines, sede legale a Palermo, Sicilia, operatore navale che opera anche sulle tratte da/per la Sardegna, paga le sue tasse in Sicilia, dipendenti sardi quasi assenti, quasi del tutto assenti alimenti o altri prodotti sardi da vendere a bordo, riprende le tratte solo nel periodo grasso quindi non certo per un servizio ai sardi ma solo per generare profitti e lo fa alzando le tariffe e ne è liberissimo dal momento in cui è un imprenditore privato, ma chiede che gli imprenditori sardi o che comunque operano in Sardegna ( ricordiamo che ora chiunque generi profitti in Sardegna, anche se con sede legale fuori paga le tasse in loco, ma non certo le compagnie navali) devono abbassare la cresta.

Insomma, non basta, a noi sardi, una classe politica sarda incapace di generare benessere al proprio popolo, non basta che a decidere per noi le politiche dei trasporti siano altri, ora ci sono anche gli imprenditori privati che si “impicciano” delle politiche economiche degli imprenditori sardi, consigliano gli altri  al ribasso mentre loro, tutti, operano al rialzo.

Siamo del tutto assenti riguardo i collegamenti  marittimi e aerei da/per l’Europa, siamo in mano ad operatori privati che decidono come dobbiamo viaggiare, quando possiamo, dove fare scalo e quando possiamo farlo.

I tempi sono ormai talmente maturi (tanto che a breve comincerà la decomposizione) per dotarci di una compagnia di navigazione e aerea sarda, per decidere da noi come, dove, quando e come viaggiare e che generi profitto, dia lavoro, benessere e opportunità a chi vive nel luogo per cui si genera un traffico di diversi milioni di persone tutto l’anno con cinque  grandi compagnie marittime passeggeri, una quantità imprecisata di operatori merci, diverse compagnie aeree  europee che operano e prosperano e danno benessere ad altri, possibile che questo non faccia accendere una piccola lampadina in testa a chi governa la nostra terra? 

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