venerdì 18 febbraio 2011

Accordo Soru/Prodi



Brevemente i fatti:
Lo Stato italiano, per 12 anni, non ha versato alla Sardegna le imposte che ci spettano per Statuto: in poche parole, lo Stato italiano ha trattenuto illecitamente circa dieci miliardi di euro dei sardi.

Dopo la ripetuta denuncia da parte degli indipendentisti di tale mancanza il governo regionale di Soru si impegna a verificare la segnalazione e porta ufficialmente allo scoperto ciò che tutti sapevano ma non volevano ammettere: l’Italia deve alla Sardegna circa 10 miliardi di euro.


Davanti all'apertura della cosiddetta “vertenza entrate” il governo italiano, in un primo momento di centro destra, dice chiaramente, tramite il suo ministro delle finanze Tremonti, che i sardi si sono svegliati troppo tardi, il che equivarrebbe secondo lui a  “ormai vi abbiamo fregato”.


Caduto il governo di centrodestra, sale al governo il centrosinistra che, tramite il sottosegretario alle finanze Letta, ci fa sapere che è vero, si sono fregati i nostri soldi.
Soldi, è giusto ricordarlo, che sono dei sardi e spettano ai sardi per l’ordinaria amministrazione, ovvero per il finanziamento dei servizi essenziali della comunità.


Soru, senza averne il potere, in quanto, come appena ricordato, si parla di soldi per l’ordinaria amministrazione derivanti dalle imposte pagate dai sardi non del presidente della regione che deve solo amministrarli e per il bene dei sardi non di altri, “patteggia” la cifra che lo Stato ci deve rendere dimezzandola del 50%, portandola a 5 miliardi di Euro (la metà di quanto ci spettava) e con l’impegno da parte del governo italiano di renderci la somma a rate di 500 milioni all’anno.


L’accordo del dimezzamento del debito era basato sul riconoscimento di “maggiori” entrate, cioè lo stato ci riconosceva una compartecipazione maggiore dei nostri stessi soldi ( assurdità incredibile) in cambio però dell’abbuono della metà del debito. 


A far la parte degli stupidi diciamo che è passata e va bene ( ma non va bene per nulla), ma quello che  proprio non va in questa fase è che Prodi infilò nel carrello della spesa di Soru anche la spesa sanitaria e quella dei trasporti pubblici senza una controparte anche se Soru mise in conto queste maggiori entrate per sostenere le spese dei trasporti e quella sulla sanità.


 Ma cosi non era perché le maggiori entrate sarebbero ( condizionale molto d’obbligo) dovute andare a coprire la parte mancante  dei 5 miliardi, in pratica una sorta di resa negli anni di quei 5 miliardi cancellati dal debito. 

La giunta Soru, confidando in questa restituzione ( i 500 milioni/anno della restituzione concordata), li ha iscritti a bilancio per gli anni a venire anticipandone l’entrata, ci contava anche la giunta guidata da Cappellacci. La Corte dei Conti però cassa il provvedimento, cosicché la regione sarda si ritrova senza copertura per un miliardo. 



L’esecutivo sardo non trova altra soluzione che ricorrere nuovamente al sistema creditizio bancario, l’unico meccanismo di politica economica che questa classe politica sa concepire. 


Articoli del periodo:
http://www.regionesardegna.it/j/v/491?s=57544&v=2&c=1489&t=1
http://www.regione.sardegna.it/documenti/1_55_20051108100808.pdf
http://www.regione.sardegna.it/documenti/1_26_20051020095341.pdf

Nessun commento:

Posta un commento