sabato 26 febbraio 2011

Nelle rose



Per guidare un popolo bisogna anche saper cogliere le opportunità quando queste si manifestano, anche se queste, purtroppo, sono derivanti da tragiche destabilizzazioni politiche, da vivere e concepire quindi non come opportunismo ma  come opportunità.

Alla crisi economica che sta colpendo tutto il mondo non sfugge certo la Sardegna, perennemente in mano a chi non sa, non vuole e dovrebbe fare il bene del proprio popolo ma fa tutt'altro e questo lo vediamo e accertiamo guardandoci semplicemente intorno, o leggendo la situazione economica della Regione.

Se guardiamo Cagliari ci accorgiamo dell’assurdità politica amministrativa  che vive la maggior città per densità abitativa della Sardegna: carenza di edilizia popolare, carenza di provvedimenti amministrativi favorevoli al mondo sociale ed imprenditoriale, carenza di infrastrutture e coordinamento.

Il Porto Canale e quello civile ad esempio, o una seria programmazione nella ricettività turistica e mercantile. Sappiamo bene come con il Porto Canale si sia fatta sfuggire l’opportunità di diventare il centro mercantile del Mediterraneo, oppure di non essere mai riusciti a ritagliarsi una centralità nel ricco traffico crocieristico che con il clima favorevole e una seria amministrazione e programmazione una città come Cagliari potrebbe mostrarsi in tutta la sua bellezza a quel settore disposto e disponibile a portare economia ad una città in  perenne crisi come Cagliari.

Invece troviamo solo una città completamente impreparata e per nulla collaborativa con le compagnie del settore.

La destabilizzazione politica del Medio Oriente ci offre, loro e nostro malgrado, questa opportunità. Le grandi società crocieristiche, con tutti i pacchetti viaggio già venduti da tempo, hanno necessità di modificare le loro offerte, non possono più approdare nelle mete classiche, in Tunisia, Egitto e Tripoli tanto per citarne alcuni.
Cagliari dunque è naturalmente la meta che consentirebbe l’alternativa alle mete crocieristiche, e lo è, visto che già la società Costa Crociere ha chiesto l’approdo, imbarco e sbarco al porto di Cagliari, ma Cagliari è impreparata ora, se non si interviene con provvedimenti urgenti ed immediati questo turismo si trasferirà altrove e noi perderemmo l’ennesima opportunità di “diventare” qualcosa di più di un puntino sulle Cartine geografiche e i cagliaritani e tutta la Sardegna perderebbero questa ennesima opportunità di sviluppo e di mettere in vetrina i suoi gioielli naturali.

Imbarco e sbarco non è la semplice azione del classico check-in ma tutto l'indotto che viene a determinarsi da questo: arrivo/partenza da ogni destinazione sia per l'imbarco che per lo sbarco a fine crociera, con operatori aerei, trasportatori privati, ricettività e tutto ciò che viene richiesto e generato da migliaia di persone ogni volta che si parte o si arriva da una crociera, compreso chi per necessità o piacere anticipa l'arrivo o posticipa la partenza.

Anche il settore mercantile oggi potrebbe riprendersi ciò che non si è riusciti a prendere sempre per l’incapacità della politica unionista, del suo asservilismo e compiacimento a quel sistema. La posizione centrale nello scacchiere del Mediterraneo ne favorisce la convenienza, quella convenienza che scompare davanti alla mancanza di infrastrutture e incapacità di programmazione.

Oggi si ripropone nuovamente l'occasione per potersi inserire nel settore, le grandi compagnie navali mercantili devono trovare nuovi porti alternativi a quelli in cui c’è destabilizzazione politica o sono troppo vicini a quegli scenari: Cagliari sarebbe finalmente il porto preferito, centrale.

Ma anche qui siamo impreparati per accogliere e sfruttare l’opportunità, quella di saper vivere e utilizzare il bene di essere centrali nel Mediterraneo. Quella centralità che la natura ci ha regalato e di cui non sappiamo coglierne le opportunità, anche qui un provvedimento politico urgente consentirebbe a Cagliari, ai cagliaritani e a tutti i sardi, di cominciare a scrivere una propria storia e diventare finalmente quello che le spetta di diritto naturale: capitale del Mediterraneo.

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